Negli ultimi anni in Calabria è aumentata molto la presenza turistica, ma c’è una Calabria meno nota che vede ancora pochi turisti.
È la Calabria Ionica in provincia di Reggio Calabria.
Inutile nascondere che ci sono dei motivi dietro a ciò. Innanzitutto la lontananza fisica dalla maggior parte delle regioni italiane. Anche quelle limitrofe infatti sono separate dalle catene appenniniche o dal mare e ci troviamo proprio sulla punta dello stivale. Per arrivare fin lì in auto serve tempo a disposizione e buona volontà.
L’areoporto più vicino è Lamezia Terme che, pur essendo ben collegato con diverse città italiane, rimane comunque ad almeno un’ora d’auto da queste zone. Ci sono le navette che collegano l’aeroporto con tutte le principali mete, ma poi essere senza auto, significa fare una vacanza di solo mare, rinunciando a vedere i tanti tesori che ci sono in questa parte di Calabria meno nota.
Un altro motivo è la scarsità di strutture in cui soggiornare. Non che non ce ne siano, anche se non dappertutto, ma spesso il livello è molto basso. Non ci sono resort sul mare, gli alberghi sono pochi, i B&B sono spesso molto modesti e gli appartamenti in affitto molto arrangiati. Quindi le strutture più carine vanno prenotate per tempo. Piano piano però, stanno nascendo sistemazioni più graziose soprattutto con la formula B&B e mi auguro che questo processo possa continuare.
Per finire, spesso anche gli altri servizi, le strutture sanitarie e gli standard di pulizia negli spazi aperti non sono adeguati.
Lo so, non è un elenco di cose superflue, ma sono motivazioni che possono sicuramente spingere ad andare altrove.
A fronte di questo però credetemi che, questa Calabria meno nota, è una terra che vi rimarrà attaccata al cuore. Perché è un luogo diverso da tutti quelli che conoscete in Italia. Con delle caratteristiche così particolari.
Intanto la posizione geografica. Passare dal mare alla montagna in pochi chilometri è un contrasto che regala scorci e panorami incredibilmente belli. La montagna qui è quella dell’Aspromonte ed il suo nome la descrive benissimo. Vette aspre, sali e scendi continui, boschi impenetrabili, strade tortuose piene di tornanti. Ad ogni curva però c’è il mare a tenerti compagnia in quell’eterno contrasto di asperità e dolcezza. In mezzo alle montagne ci sono le fiumare, i fiumi tipici quasi solo di questa zona con il letto largo e ciottoloso che sono completamente asciutti in estate e si mostrano allo sguardo come delle grandi scie bianche in mezzo alle montagne caratterizzando il paesaggio.
Proprio le fiumare hanno portato spesso grandi alluvioni, costringendo molti abitanti dei borghi vicini ad abbandonarli. Insieme ai grandi terremoti. Qui, la natura ha infatti saputo essere spietata.
Proprio i paesi abbandonati sono una piacevole meta per una passeggiata. Così suggestivi ed in posizioni panoramiche meravigliose. Pentedattilo e Brancaleone quelli più belli.
E poi i tanti borghi arroccati sulle prime pendici delle montagne, nati per sfuggire e controllare gli arrivi dei pirati saraceni del mare. Uno più bello dell’altro. Qui ogni paese “superiore” ha la sua “marina” , di fatto una replica sul mare. I borghi sulle cime si stanno spopolando, ma mantengono un fascino autentico. Tanti sono i castelli ed i palazzi nobiliari, sì decadenti, ma ancora esempio della ricchezza che c’era in questi luoghi.
Sì, perché altre zone della Calabria sono quelle oggi più sviluppate e turistiche, ma è proprio qui, in questa Calabria meno nota, che si è fatta la storia.
La punta dello stivale è il primo luogo ad assumere il nome di Italia. Qui arrivarono poi i greci che mescolarono la loro cultura, tradizioni e riti religiosi con le popolazioni autoctone in quella che sarà la civiltà dei Greci d’Occidente, chiamata poi Magna Grecia. Qui sorse Locri Epizefiri, patria di Zaleuco, il primo legislatore del mondo occidentale, e di Nosside, la più grande poetessa magnogreca.
Questa è l’unica zona dove è possibile trovare ancora radicata la cultura greca. È l’area grecanica, dove ancora qualche anziano parla una curiosa lingua data dall’unione di dialetto calabrese e greco antico. In particolare a Bova e a Gallicianò, borghi ricchi di patrimonio culturale. E poi gli scavi archeologici, i monasteri ortodossi bizantini. Qui la cultura non manca.
Ed ultimo, ma non ultimo, il mare. Un mare da cartolina con acque trasparenti. E la cosa più incredibile è che sul mare si affacciano chilometri e chilometri di spiaggia deserta. Anche ad agosto. Mi sapete indicare un altro luogo italiano dove si può stare praticamente soli su una spiaggia facilmente accessibile in piena estate? Io credo non ci sia.
Se poi invece preferite gli stabilimenti balneari alla spiaggia libera, ce ne sono diversi e tutti molto carini. Molti hanno anche il ristorante ed è estremamente piacevole mangiare con la vista mare.
Non posso non concludere con la cucina che, di mare o di montagna, soddisfa ogni palato.
Un’ultima parola per descrivere questa parte di Calabria: l’autenticità. Nel bene e nel male. Qui non c’è niente di patinato o finto. C’è la bellezza struggente, vera, un po’ poetica e decadente.
Federica, Italia